mercoledì 25 febbraio 2009

derive pericolose nel gioco del monopoli

Lettera indirizzata al Presidente del Camera dei deputati Gianfranco Fini

Gentile Presidente,
mi rivolgo a Lei per portare all'attenzione una questione di una certa importanza, che non dubito affligga numerosi cittadini della nostra Repubblica, minandone le opportunità di un adeguato intrattenimento. Questa questione riguarda il regolamento di monopoli.
Ieri sera abbiamo giocato a monòpoli, e l'assenza del foglietto di istruzioni aveva fatto nascere una diatriba sul meccanismo di funzionamento dell'ipoteca. La lettura del regolamento oggi ha chiarito la situazione, ma lascia aperte molte questioni che da quando giochiamo a monopoli, a quanto ne so, non sono mai state risolte del tutto. Il regolamento, infatti, tace sulla possibilità di effettuare azioni che ormai sono consuetudinarie. Ad esempio, di frequente quando si effettuano scambi, per favorire l'incontro delle volontà dei contraenti si introduce la possibilità di non far pagare ad una delle parti in gioco l'affitto su una proprietà dell'altro. E' da secoli che noi lo facciamo, almeno. E' ammissibile? (vale il brocardo Ubi lex voluit dixit, ubi noluit tacuit?)
In effetti per rendere il gioco più interessante e prolungargli, diciamo così, la vita, numerose possibilità possono essere introdotte: ieri si stava addirittura prendendo in considerazione la possibilità di gestione in comproprietà fra due giocatori di un gruppo di lotti di terreno. Il che, pensandoci, potrebbe dare luogo a conseguenze parecchio pericolose: nell'ipotesi limite in cui i giocatori rimasti in gara siano proprio i due comproprietari, che hanno una comproprietà su tutti i lotti di terreno, avremo una situazione di stallo. Nessuno paga e nessuno riscuote. A meno di non volersi affidare (partita praticamente infinita) alle "imprevedibilità" e "probabilità".
Molti altri esempi possono essere fatti. Il gioco può essere reso decisamente più complesso e articolato, ma bisogna far attenzione agli effetti che i diritti di compiere certe azioni potrebbero portare.
In conclusione, propongo la costituzione di una commissione di studio alla camera dei deputati che valuti i campi in cui l'autonomia regolamentare dei giocatori italiani possa dispiegare la sua libertà senza incappare in gravi inconvenienti, e quelli in cui l'autonomia regolamentare debba invece essere circostritta per garantire la qualità ludica del famoso passatempo; che la stessa pubblichi le risultanze dello studio svolgendo funzione di indirizzo per i numerosi giocatori italiani.
Sicuro del suo interessamento a riguardo, La ringrazio anticipatamente.

Cordialmente, Alceverde

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