mercoledì 1 settembre 2010

l'opossum leggendario

"I wanna hear some revolution out there, brothers. I wanna hear a little revolution!
Brothers and sisters . . . the time has come for each and every one of you to decide, whether you are going to be the problem or whether you are going to be the solution!
You must choose brothers, you must choose...
It takes five seconds . . . five seconds of decision . . . five seconds to realise your purpose here on the planet . . . I give you a testimonial - the MC5!"

DETROIT, 1968.

"Kick Out The Jams" is loud, proud rock and roll madness from an era when we thought that if we were weird enough, resolute enough, stoned enough and together enough we could make the establishment curl up and die by sheer good vibrations.Listening to the MCS, I can't believe we lost."

Altrove decenni dopo.



La rivoluzione, ripulita degli elementi retorici, giovanilisti, accademici, si presenta come eclatante proposizione (tentativo di costruzione) di una alternativa.
Essa si fonda sul presupposto che l'organizzazione e le dinamiche dell'attuale società non sono necessariamente date. Non sono le migliori. Sono rimpiazzabili in tali e tanti modi da essere imponderabili a priori.
Mi è già capitato di scriverlo, ma ci tengo a ribadirlo a stretto giro: qui non si parla solo di relazioni economiche. Anzi, sarebbe corretto dire che si parla "anche" di relazioni economiche, in quanto il nucleo di base sta in un ripensamento delle relazioni interpersonali, che oggi sono ipocrite, morbose, conflittuali. Nella società odierna è normale che soltanto nell'isolamento si possa trovare ristoro. Isolamento individuale o di un piccolo gruppo rispetto al complesso degli individui aggregati. In questo ambito, comunque, uno spazio di manovra è concesso ad ognuno di noi. La questione diventa trovare un grimaldello ed usarlo.

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